12 novembre 2012

Si parte

C'è chi è nato tra i sacchi di farina, chi circondato da aghi, fili e rotoli di tessuto. Lui nacque in mezzo ai... gioielli. Era il 14 novembre del 1932 e nel laboratorio orafo del bisnonno, in via Corte d'Appello, a Torino, venne alla luce Enrico Andrea Cirio. Enrico e i gioielli: sarebbe stato questo il suo destino.

Così fu. I primi pezzi creati per gioco fin dagli anni di scuola; l'esperienza nel laboratorio del padre; il desiderio di affermarsi con uno stile proprio e personale. Appena maggiorenne si staccò dalle braccia paterne per seguire quei clienti che già avevano saputo apprezzare la sua eccezionale abilità artigianale: perchè Enrico Cirio era in grado di seguire ogni fase del processo, dalla realizzazione, dal bozzetto alla condivisione del momento creativo con il committente (più corretto sarebbe chiamarlo amico, visto il clima salottiero che si veniva periodicamente a creare nell'atelier del maestro), al disegno, alla ricerca dei materiali, all'incassatura delle pietre.

Alle spalle poteva contare non solo su un'innata fantasia che attendeva unicamente di potersi scatenare in eclettiche creazioni orafe, ma anche attenti studi nel campo dell'arte, della pittura, della filosofia e persino in quello aeronautico. L'aereo. Un opera d'arte secondo Enrico Cirio: la scuola tecnica gli fornì così basi di meccanica, metallurgia e chimica, nozioni che non andarono perse nel tempo. Anzi.

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