14 novembre 2012
1° classificato e VINCITORE
Samuele ARMELIN
Samuele ARMELIN
Titolo dell'opera: CENTRIFUGA DI ENERGIE
Materiali utilizzati: Argento, legno di noce e opale nero
Padroneggiano in fila su colline e promontori ventilati e, appena li si vede, più di qualcuno si lascia cullare dal movimento quasi perpetuo delle sue eliche. Nasce da questa istantanea mentale la voglia di creare un anello che emuli il movimento dei tralicci eolici, con un po’ di preziosità e un pizzico di magia. La struttura architettonica e quadrata del gambo riprende storicamente le forme del Maestro Cirio, mentre il calice e la corolla mutano in quella che per antonomasia è la forma più meccanica esistente sulla Terra: l’esagono (es. bullone).
Il disegno che danza in “testa” - assecondando i movimenti della mano - è invece un tributo allo spunto creativo iniziale delle “pale eoliche”.
Il pezzo non svela il meccanismo di rotazione/oscillazione, creando l’illusione che la corolla possa spezzarsi da un momento all'altro. In questo caso, come non dare ragione al Grande Bruno Munari: "Da cosa nasce cosa...”
Titolo dell'opera: CENTRIFUGA DI ENERGIE
Materiali utilizzati: Argento, legno di noce e opale nero
Padroneggiano in fila su colline e promontori ventilati e, appena li si vede, più di qualcuno si lascia cullare dal movimento quasi perpetuo delle sue eliche. Nasce da questa istantanea mentale la voglia di creare un anello che emuli il movimento dei tralicci eolici, con un po’ di preziosità e un pizzico di magia. La struttura architettonica e quadrata del gambo riprende storicamente le forme del Maestro Cirio, mentre il calice e la corolla mutano in quella che per antonomasia è la forma più meccanica esistente sulla Terra: l’esagono (es. bullone).
Il disegno che danza in “testa” - assecondando i movimenti della mano - è invece un tributo allo spunto creativo iniziale delle “pale eoliche”.
Il pezzo non svela il meccanismo di rotazione/oscillazione, creando l’illusione che la corolla possa spezzarsi da un momento all'altro. In questo caso, come non dare ragione al Grande Bruno Munari: "Da cosa nasce cosa...”